XXX Congresso Nazionale di Spiritualità Antropologica e di Ecologia Sociale ad Assisi il 13-14-15 maggio
TEMA: Una nuova spiritualità antropologica “fratelli tutti”
Il nostro è il tempo di un inedito pellegrinaggio, verso una meta abbastanza confusa ed incerta, attraverso un percorso tutto da costruire, con compagni di viaggio in bilico tra slanci di fiducia e ricorrenti delusioni. Anche il nostro approccio antropo-spirituale deve trovare nuove parole al ritmo del nostro cammino: in famiglia, nella comunità, nel Club. Lo scorso anno abbiamo riflettuto partendo dalle parole “verso una nuova spiritualità antropologica”; la pandemia ci aveva ingaggiato di prepotenza su questo stretto sentiero. La tappa di quest’anno 2022-secondo anno di prova-è su parole simili ma più mature, cioè: “una nuova spiritualità antropologica: “fratelli tutti”, come suggerisce papa Francesco. Quel “fratelli tutti” da senz’altro un orientamento più preciso alla nostra ricerca dell’umano e delle sue caratteristiche tale che non perda di vista niente e nessuno. non “tutti fratelli” quindi, in quanto dichiarazione teorica che si limiti ad affermare razionalmente un principio di etica intersoggettiva, bensì “fratelli tutti”, cioè il passaggio o “conversione” dall’universale astratto alla concretezza di un autentico “incontro” quotidiano, consapevole e aperto che veda, accolga e dia spazio a tutti, proprio tutti. Che sia proprio a partire da questa nuova attenzione a tutto l’umano che incontriamo in noi stessi e a distanza zero ogni giorno, che può delinearsi una “spiritualità nuova”, che non sia solo un lifting rispetto alla precedente? Si potrebbe rivedere il concetto stesso di “fraternità”, anche questo astratto, per assumere quello più “caldo” di “consanguineità” che dica la necessità esistenziale di essere gli unni per gli altri? La pandemia ci ha condotti dentro a un nuovo perimetro ecologico in cui nessuno può dirsi indifferente all’altro, anche quando certe scelte individuali possono scatenare diversità laceranti. Quel “fratelli tutti” che papa Francesco usa è di San Francesco, uno spirito davvero universale, ma che ha giocato tutta la propria spiritualità nel “qui e d’ora”, in modo pieno e fedele, con ogni creatura incontrata faccia a faccia e con amore rispettoso e trepido. Assisi ci mostrerà ancora qualche sentiero nuovo, qualche pista di trascendenza che ci aiuterà a interpretare questo tempo che viviamo non come un nemico, ma come una palestra di nuova consapevolezza sull’umano necessario e possibile che sta nelle nostre reciproche responsabilità.